Giangiacomo Spadari

Repubblica di San Marino, 4 aprile 1938 - Parigi, aprile 1997

Formazione: Giangiacomo Spadari frequenta corsi di pittura con Corpora, Fazzini e Guttuso all’Accademia di Belle Arti di Roma. Si interessa fin dall’inizio alla pittura realistica di impegno sociale. Si trasferisce a Milano nel 1961 e dal 1972 vive tra Parigi e il capoluogo lombardo.

 

Alla prima personale, presentata da De Micheli alla galleria Spotorno di Milano nel 1961, seguono quelle da Gianferrari nel 1965, alla Libreria Einaudi nel 1966 (vi espone il ciclo di dipinti presentati da Gregotti “La contestazione autorizzata”, primo atto del suo lavoro sull’analisi dell’immagine e del linguaggio dei mass media e sul ruolo sociale dell’arte, tema costante della sua pittura); da Bergamini nel 1968 con testo di Gassiot Talabot, da Schwarz nel 1970 (Due o tre cose che so di politica, con testo di Lunatscharski), alla Stefanoni di Lecco e alla Fonke di Gand.

 

Periodi e Soggetti: dopo la giovinezza trascorsa a Roma, si trasferisce a Milano dove frequenta gli artisti più rappresentativi del Realismo esistenziale. Partendo da questa esperienza, nei primi anni Sessanta matura una propria originale pittura: dal 1966 concentra l’attenzione creativa su una figurazione di impegno sociale e critica nei confronti della realtà.

 

Dai primi anni Settanta lavora su “icone” di personaggi rivoluzionari, considerate attraverso l’ottica popolare e il mito. A questa produzione affianca un ciclo sull’immagine cinematografica. Dal 1982 inizia a lavorare sul paesaggio con grandi tele e, nel 1988, avvia una serie di opere sul terrorismo in Italia. Dal 1993, infine, lavora a opere inerenti il mito della sua generazione, tra cultura cinema e arte.

 

Ha esposto in sedi prestigiose in Italia e all’estero, incontrando il favore della critica e raccogliendo scritti e presentazioni sulla sua produzione di critici e storici dell’arte di rilievo (Crispolti, Poli, Vettori, Corà, Guttuso, Trini e altri).

 

Tecniche: acrilico su tela.