Ferruccio Gard
Formazione: autodidatta, Ferruccio Gard è fra gli artisti ormai storicizzati dell’arte programmata, cinetica e optical. Nel 2019 ha festeggiato i cinquant’anni di pittura e di percezione visiva con una mostra antologica al Museo El Chico di Bogotà. Ha ottenuto il primo riconoscimento a livello nazionale nel 1974, con l’invito alla XII Quadriennale Nazionale della Società Promotrice delle Belle Arti a Torino.
Periodi: dopo inizi figurativi, dal 1969 Gard Ferruccio pratica ininterrottamente l’arte programmata e cinetica, con saltuarie divagazioni con la geometria, lo spazialismo e l’astratto informale. Dal 2000, pur proseguendo nell’arte cinetica, realizza anche gli ormai famosi quadri a macchie, oggetto di numerose imitazioni e ispirazioni. Negli anni Novanta firma con Archimede Seguso quadri-sculture in vetro di Murano. Dal 2004 realizza anche sculture cinetiche in plexiglass.
Soggetti: intrecci dinamici e geometrici nel segno della percezione visiva e del messaggio dell’arte cinetica: il movimento. Inoltre, quadri astratti a macchie che vogliono essere un inno al colore.
Tecniche: inizialmente olio, poi acrilico su tela, tavola e plexiglass.