Emilio Vedova in Mostra al Forte di Bard: Questa è pittura.
Dal 30 novembre 2024 al 2 giugno 2025, il Forte di Bard ospita "Emilio Vedova. Questa è pittura", una straordinaria mostra su uno degli artisti di arte contemporanea più influenti del Novecento. Con oltre cinquanta opere, tra dipinti e lavori su carta, il percorso espositivo ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera, dalle prime sperimentazioni figurative all'approdo alla pittura astratta e informale.
Questa mostra non è solo una retrospettiva dell'opera di Emilio Vedova, ma un'esperienza immersiva nella sua pittura carica di energia e impegno civile. L'esposizione vuole far risaltare la sua ricerca artistica come una delle più alte espressioni dell'arte contemporanea europea, focalizzandosi sulla forza del segno e sulla vitalità del colore, piuttosto che su letture storiche o politiche. Il percorso include 31 dipinti e 22 opere su carta, esemplificando l'evoluzione stilistica di Vedova, dalle sue prime opere figurative agli stili informali che lo hanno consacrato come uno degli artisti più importanti del dopoguerra.
Emilio Vedova nasce a Venezia nel 1919 e la sua formazione artistica, pur essendo autodidatta, è profondamente legata alla città e ai suoi maestri. I suoi primi lavori, come "Interpretazione dal trasporto di San Marco" (1936), mostrano un artista capace di cogliere l'intensità visiva dei grandi maestri veneti, pur andando oltre la mera imitazione. Con l'influenza della guerra e la crescente sofferenza per gli orrori del conflitto, Vedova abbandona il figurativo e si orienta verso una pittura astratta, ispirata anche da artisti come Picasso e dalle sue opere più iconiche come la Guernica.
Con gli anni '40, l'artista abbandona poi gradualmente la pittura figurativa, evolvendo verso un linguaggio più libero e caotico, un'espressione diretta del suo impegno civile e delle tragedie del suo tempo. Opere come "Moltiplicazione dei pani e dei pesci" (1942) e "Immagine del tempo" (1946) dimostrano una progressiva liberazione dal vincolo figurativo, con segni energici e dissonanti che segnano il passaggio a una pittura informale.
Negli anni '60, Vedova sviluppa la serie dei "Plurimi", opere tridimensionali che sfidano la bidimensionalità della tela e si impongono nello spazio. Queste installazioni pittoriche esprimono un nuovo linguaggio visivo e inaugurano una fase di grande sperimentazione. Il colore ritorna ad essere protagonista, ma sempre con l'intenzione di esprimere la tensione tra caos e ordine, tra il segno e lo spazio.
Il culmine della sua produzione artistica arriva tuttavia negli anni '80, con la serie "…Als Ob…" (1983), in cui il segno diventa ancora più potente e doloroso, dando vita a opere che evocano un'esperienza catartica per l'osservatore. Le sue tele bianche e nere, attraversate da segni vigorosi, raccontano il dolore e la liberazione, ma anche la consapevolezza raggiunta con il passare del tempo. Concludendo la sua carriera con i "Tondi", Vedova esprime la sua capacità di abbracciare la tradizione pittorica, ma con una nuova forza creativa.
La mostra "Emilio Vedova. Questa è pittura" al Forte di Bard è una delle mostre di arte contemporanea da non perdere nel 2025, un'opportunità unica per scoprire (o riscoprire) uno degli artisti più rilevanti del XX secolo. Non è solo un viaggio attraverso l'evoluzione di Emilio Vedova, ma anche una riflessione sulla libertà, sull'impegno civile e sulla forza del gesto pittorico.
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Questo articolo è tratto dall'articolo di Armando Audoli del numero 617 di Arte, il mensile dedicato a artisti, collezionisti, galleristi e appassionati di arte moderna e contemporanea.