Elena Rede
Formazione: artista eclettica e raffinata, Elena Rede, già presente alla Biennale di Venezia e in molte altre manifestazioni apicali (da ricordare la recente mostra “Da Giorgio de Chirico a Elena Rede”), è figura nota nel panorama internazionale dell’arte contemporanea.
Dopo la Maturità magistrale, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e lavora a fianco di grandi maestri. Nella scultura approfondisce gli studi lavorando direttamente in vari laboratori artistici, ma è l’incontro con Igor Mitoraj che la spinge a seguire la sua vera vocazione: l’amore per una figurazione dai richiami archetipi.
Attiva anche nell’ambito dell’arte orafa, con eccellenze riconosciute dalle maggiori firme del settore, scrive, dipinge e scolpisce nei propri atelier di Milano e Alassio. Sue opere sono collocate in alcune fra le più importanti raccolte private e pubbliche, italiane ed estere.
Soggetti: il corpo umano e i suoi meravigliosi destrieri, compagni di viaggi e di battaglie; pretesti figurativi che conducono al di là della materia in un altrove dove risiede la bellezza dello spirito; un’urgenza di ricerca che l’artista scava fino all’anima: «Fra disfacimento e resurrezione [...] a un soffio dal cielo, a un palmo da terra», per usare le parole di Giovanni Faccenda.
Una nuova figurazione, dunque, quella che contraddistingue questa artista sin dagli esordi, specchio delle fratture di un mondo che è il riflesso di quello di oggi. Un’arte intima, fusione di passato e presente, forgiata dal fuoco negli esemplari unici in bronzo, scolpita e svuotata nel marmo, martellata sulla lamiera di rame e modellata con la creta o il cemento, plasmata e graffiata con gli oli minerali e le terre sulle tele o sulle carte.
«Brucio, corrodo, scolpisco, svuoto. Vorrei sprigionare dalla materia l’essenza, la verità... la bellezza che è Spirito». Una sola frase che l’artista, come un mantra, vive dentro la sua arte in una sorta di tempo-spazio indefinibile. «È come se, dal più ardito confronto olimpico fra i sommi scultori della Grecia antica (Prassitele, Mirone, Fidia, Policleto), fossero improvvisamente risorti ermetici e suggestivi simulacri: lacerti dinanzi ai quali porsi con lo stupore che suscitano mirabili idilli, prodigi che hanno vinto la loro sfida con il tempo e sono, ora, tramandati», cosi scrive di lei Giovanni Faccenda.
L’aveva già detto Igor Mitoraj: «Elena Rede mi piace perché ha talento ellenico e visioni atemporali».
Tecniche: sculture (solo esemplari unici), bronzo, terre e cementi, lamiera di rame su ferro, resina e marmo; dipinti, olio minerale su tela, matita e olio su carta.