Emilio Vedova
Formazione: Emilio Vedova comincia a dedicarsi alla pittura e al disegno nel 1930-35, studiando la pittura veneta, soprattutto Tintoretto, e facendo numerosi schizzi nelle chiese di Venezia: prime serie di annotazioni grafiche che rimangono un punto di riferimento; una sequenza intorno a un motivo grafico, come condizione alla quale rimarrà sempre fedele. Vedova infatti è creatore di una nuova scrittura grafica, dove si unisce la simultaneità percettiva con la sequenza del suo inconfondibile segno.
Nel 1937 si reca a Roma dove, per breve tempo, frequenta la Scuola libera del nudo e disegna prospettive di rovine, singole figure o grovigli di presenze, e dipinge molti autoritratti. Nel 1938 torna a Venezia e Arturo Martini, vedendo il suo lavoro, inventa un premio per lui alla trattoria La Colomba. Nel 1939 Vedova, con un compagno alto-atesino, va a Firenze, frequenta la Scuola libera di Silvio Pucci e dipinge nudi, interni, la povera gente di San Frediano, dove vive. È il periodo in cui entra in contatto con i gruppi antifascisti.
Tornato a Venezia, la sua vita si fa sempre più difficile, tuttavia riesce ad avere dall’Opera Bevilacqua La Masa uno studio a Palazzo Carminati destinato agli artisti poveri e, nel 1940, ha luogo la sua prima personale alla galleria Botteghe d’Arte, dove espone opere espressioniste, nature morte, teschi e croci. Due anni dopo, a soli ventitré anni, è invitato a partecipare al Premio Bergamo, in occasione del quale incontra Birolli, Vittorini e Guttuso; l’anno successivo, a Milano, presso gli spazi La Spiga e Corrente vengono esposti disegni, con la presentazione di Duilio Morosini.
Sono anni in cui l’attività di Vedova non consente ancora di essere trattata in termini di mercato: egli stesso ricorda come poteva ritenersi già fortunato quando, per pochi centesimi, vendeva qualche dipinto o disegno; tuttavia, tra i suoi primi collezionisti negli anni Quaranta possono essere annoverati Asta, Frattina, Dalla Villa a Venezia; De Sica, Sotgiu, Natali a Roma; Cadario, Cardazzo, Schettini a Milano; e più tardi, nel 1946, Cavellini di Brescia e Mino Festa di Vicenza.
Dopo il 25 luglio del 1943, Vedova svolge un’intensa attività clandestina a Roma; l’anno seguente torna al Nord assieme al fratello nella brigata “Fratelli Bandiera” e nel Cansiglio bellunese viene ferito: un periodo, questo, testimoniato da un diario di vita partigiana. Con la fine della guerra l’attività artistica torna a farsi intensa per Vedova, che, con Morlotti e altri, compila a Milano il manifesto Oltre Guernica (1946) ed è fra i protagonisti della Nuova Secessione (Fronte Nuovo delle Arti), di cui viene stilato il manifesto a Palazzo Volpi, a Venezia, il 1° ottobre dello stesso anno.
Nel 1948 partecipa alla I Biennale del dopoguerra con la mostra del Fronte Nuovo delle Arti; a Palazzo Re Enzo, a Bologna, interviene polemicamente in conflitto col Neorealismo; nel 1950, alla XXV Biennale di Venezia, i suoi tre quadri Campo di concentramento, La lotta e Trittico della Libertà vengono premiati. Lo stesso anno prende finalmente avvio anche il collezionismo estero: Abrahams a Londra; Stroecher, Bleicher, Bruecher, Donik, Langen, Reiser in Germania; Miller, Markus, Ross, Zadog negli Stati Uniti; Hoogendijk in Olanda, per citarne alcuni.
Mentre lavora in montagna, sollecitato da Venturi, Vedova aderisce al Gruppo degli Otto, poi presentato alla Biennale del 1952. Nel 1951 tiene la sua prima personale all’estero alla galleria Viviano di New York, dove espone 4 anni di geometrie nere; viene invitato inoltre a partecipare alla I Biennale di San Paolo, in Brasile, dove riceve un premio che gli permette di recarsi personalmente alla II edizione della Biennale l’anno seguente, quando gli viene conferito il Premio della Fondazione Morganti, che gli consente un viaggio all’interno del Paese.
Sempre dal 1951 Vedova inizia a dipingere gli “Scontri di situazione”, quale Diario di Corea (Collezione Cavellini, Brescia), Aggressività (Museo Nazionale, Poznan), Sbarramento (Collezione P. Guggenheim, Venezia). E dallo stesso anno Vedova inaugura una stagione di viaggi di studio all’estero: nel 1954 in Brasile, nel 1970 a Cuba, negli anni Sessanta e ancora nel 1974 negli Stati Uniti.