Gastone Novelli

Vienna, 1 agosto 1925 - Milano, 22 dicembre 1968

Gastone Novelli nasce a Vienna nel 1925 e muore a Milano il 22 dicembre 1968.

Inizia la sua attività artistica come grafico verso il '47, stimolato dall'incontro con Max Bill a Zurigo, e al '48 risale il suo primo viaggio in Brasile, dove dipinge le sue impressioni di quel paese, che riproporrà al suo ritorno in Italia con vedute ancora espressioniste di rocce, marine e foreste dai colori violenti. Nel '49 conosce Prampolini e da lui è invitato ad esporre i suoi lavori a Roma nel Foyer del Teatro Sistina. L'artista ha ventitré anni e non lascia ancora prevedere i futuri esiti.

Nel '50 compie un secondo viaggio in Brasile e tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Domus di San Paolo, dove vende per la prima volta qualche lavoro, ma a cifre irrisorie. Le opere esposte dimostrano un interesse per il problema della scomposizione geometrica della forma e si affiancano ad una produzione nel campo della ceramica. Intanto insegna Teoria e arte della comunicazione all'Istituto Superiore d'Arte del Museo di San Paolo, a fianco di altri artisti italiani invitati da P. M. Bardi, e tra il '52 e il '54 dipinge quadri astratti e compie una serie di studi e carte colorate che si possono considerare il documento più maturo di questi anni. In Brasile non ha però mercato e vende pochi quadri e oggetti di ceramica direttamente ad alcuni collezionisti, tra i quali due coniugi ungheresi, poi trasferitisi in Svizzera.

Rientrato definitivamente in Italia, Novelli viene invitato ad esporre alla Galleria La Cassapanca di Roma, e Cimara diviene il suo primo mercante. I primi anni in Italia non sono molto facili, il '55 è caratterizzato da una serie di esperimenti sulla forma in cui si avvertono le nuove esperienze allora emerse a Roma: lavori che precedono la successiva serie dei quadri materici, sperimentali e svolti sul tema del congegno dadaista della «macchina». Nel 1956, C. Cagli scrive il primo testo importante per l’artista: la prefazione ad un libro sul suo lavoro. Novelli comunque rimane sconosciuto, ancora estraneo all'ambiente artistico italiano ed occorre attendere l'incontro con il pittore Achille Perilli e col mercante Liverani della Salita di Roma. Il '57 è un anno importante per l'artista che fonda con Perilli la rivista «L'Esperienza Moderna», e si reca a Parigi dove incontra Tristan Tzara, Man Ray, Bataille, Arp; pubblica poi una cartella di litografie, ed espone alla Salita.

Novelli vende ancora pochissimi dipinti, e solo con la mostra del '58 ha qualche riscontro: i prezzi si aggirano attorno alle 150/200.000 lire. Partecipa ad una serie di mostre organizzate alla Galleria La Tartaruga di Roma ed espone per la prima volta a Milano all'Ariete: tuttavia, l'interesse della critica e del pubblico è ancora assai scarso.

Novelli lavora con continuità, viaggia moltissimo, e dagli inizi del '60 è invitato a partecipare a mostre in America, Svizzera, Giappone. Nel '62, Giovanni Agnelli diviene uno dei suoi primi collezionisti.

I suoi viaggi sono intimamente legati al lavoro e alle ricerche, visita luoghi in cui rintraccia gli archetipi delle sue scritture. In una intervista concessa al «Marcatrè» nel '64 dichiara: «C'è un quadro grande, che è un po' la sintesi di tutte quelle cose che ho fatto sulla Grecia raccogliendo dati che corrispondessero alle sole necessità del mio universo linguistico ... ». Risalgono a questi anni opere come Alto Sax (1961) - Coll. A. Noto, Palermo -, Omaggio a Hemingway (1961), l'Alfabetiere 2 (1962)  - coll. Ripandelli Renardet, Roma - e il Vocabolario (1964) - coll. Galleria Marlborough, Roma.

Tra il '57 e il '69 dipinge opere materiche in cui cerca di recuperare le esperienze deII'«action painting», come Un goccio di vita (1957) - Galleria La Salita, Roma - ed Era glaciale (1958) - coll. Ivan Novelli, Roma. Nel '60 incomincia le prime scritture e semiscritture come Le sale del museo (1960) - coll. Bruno Herlitzka, Roma. Questo periodo si concluderà nel '62, quando cominciano le grandi serie di disegni, Il Vocabolario e si arriva all'ultimo periodo della descrittura: ricordiamo L'Oriente risplende di rosso (1967) - coll A. Pomodoro, Milano - e Tutti gli strumenti per costruire una A - coll. A. Barbieri, Milano. I quadri di questo ultimo periodo sono i più pregiati, i più maturi e anche i più rari dell'intera produzione di Novelli.

Nel '63 Novelli realizza accanto alla sua casa di Saturnia una grande scultura in cemento e materiali vari: nascono così le prime sculture Le Montagne. Oltre a queste, realizza sculture di vario genere, oggetti in marmo (come una toilette nel '67), i famosi ònfali e altre sculture in piombo e vetri colorati: tutti pezzi unici.
Novelli non lavora mai su formati standard: dai formati più piccoli degli esordi al 100x100 agli inizi del '60, o il Viaggio nel paese delle meraviglie, del '65, - coll. Ivan Novelli, Roma - di 200x400, sino ad opere di 4 m.
Morto a 43 anni, Novelli ha lasciato in tutto 300 quadri ai quali occorre aggiungere, oltre agli oggetti scolpiti, tutta la ricca serie di carte e studi polimaterici, difficilmente distinguibili dagli altri lavori su tela, che palesano la tipica e unitaria continuità tecnica dell'artista. I disegni colorati, a partire dal '63'64, sono tra le sue cose più belle, e. il loro prezzo si aggira ancora negli anni Settanta intorno alle 600/800.000 lire.

 

Formazione: autodidatta, si laurea in Scienze Politiche a Firenze. Nel 1947 incontra a Zurigo M. Bill e comincia a dedicarsi alla grafica e alla pittura. Dopo alcuni viaggi in Brasile, dove svolge un’intensa attività culturale, si stabilisce a Roma.

 

Periodi e Soggetti: dopo esperienze neocubiste ed espressioniste, si avvia verso un linguaggio astratto sensibile alla lezione di Kandinskij e Klee. Nel 1956-57 compie un viaggio a Parigi e accentua il carattere sperimentale della sua ricerca, sia dal punto di vista dei materiali, sia rispetto all’immagine. Nel 1957 l’arrivo di C. Twombly a Roma polarizza i suoi interessi, orientandoli verso una pittura che utilizza segni minimi per trascrivere pensieri e impulsi interiori. L’impronta segnica che caratterizza i suoi lavori si combina con strutture alfabetiche, disegni infantili, graffiti, lettere e anagrammi, accostandosi al linguaggio della poesia visiva. Negli anni Sessanta si dedica anche alla scultura.

 

Tecniche: olio, miste su tela; tempera e acquerello su carta. Nella grafica: disegni, incisioni, litografie. In scultura: cemento, marmo, piombo, vetri colorati.