Giulio Turcato

Mantova, 16 marzo 1912 - Roma, 21 gennaio 1995

CRITICA: Grandi Maestri
MERCATO: estensione internazionale, fascia alta, frequenza alta
REFERENZE: Roma, Archivio Turcato, www.turcato.org, archivio@turcato.org; Roma, Galleria Edieuropa.
PARTECIPAZIONI: Milano, Gallerie d’Italia, giu. 2023; Narni, SAM, giu. 2023; Maccagno con Pino e Veddasca, Civico Museo Parisi-Valle, lug. 2023; Catania, Palazzo della Cultura, set. 2023; Milano, Tornabuoni Arte, ott. 2023; Conegliano, Oltrearte Galleria Contemporanea, dic. 2023; Roma, Galleria Marchetti, gen. 2024; Lecce, Fondazione Biscozzi, mar. 2024; Bologna, Galleria Spazia, mag. 2024

 

NOTA CRITICO-BIOGRAFICA
Formazione
: frequenta il Liceo Artistico e la Scuola Libera del Nudo a Venezia.

Periodi e Soggetti: nel 1943 si trasferisce a Roma, dove si stabilisce definitivamente dopo un viaggio a Parigi nel 1946, in cui studia l’opera di Kandinskij e Picasso. Dopo una stagione neocubista, nel 1947 è uno dei protagonisti del gruppo astratto Forma 1; aderisce poi al Fronte Nuovo delle Arti, e nel 1952-54 al Gruppo degli Otto (con Birolli, Corpora, Santomaso, Morlotti, Vedova, Moreni), riunito intorno a L. Venturi. Le sue opere alludono in questo periodo a temi politici e sociali: nei cicli Rivolte, Comizi, Fabbriche e Miniere il colore in schematiche griglie geometriche evoca elementi simbolici (come le bandiere rosse). Dalla fine del decennio approda all’Informale, mescolando il colore con materiali extrapittorici (sabbia, vinavil, gommapiuma), e cangiantismi carichi di suggestione.

Tecniche: olio, tempera, acrilico, smalto, collage, tecniche miste, assemblage, litografia e serigrafia.