Salvo (Salvatore Mangione)
CRITICA: Grandi Maestri
MERCATO: estensione internazionale, fascia alta, frequenza alta
REFERENZE: Torino, Norma Mangione Gallery; New York, Gladstone Gallery; Berlino, Mehdi Chouakri.
MOSTRE: Bruxelles, Gladstone Gallery, nov. 2023.
PARTECIPAZIONI: Trento, Galleria Civica, giu. 2023; Tremezzina, Villa del Balbianello-Bellano, Spazio Circolo, lug. 2023; Gualdo Tadino, Chiesa di San Francesco, ago. 2023; Mel, Palazzo delle Contesse, ott. 2023; Napoli, Casa Di Marino, dic. 2023.
NOTA CRITICO-BIOGRAFICA
Formazione: autodidatta.
Periodi e Soggetti: giunto nel 1956 a Torino, che diventa la sua città di elezione, intorno al 1968 stringe rapporti di amicizia con i protagonisti dell’Arte Povera, specialmente con Boetti, con cui divide lo studio. Esegue intanto opere concettuali, tra cui nel 1970-72 Lapidi in marmo, su cui incide frasi insieme oracolari e provocatorie o elenchi di grandi poeti e artisti in una sorta di genealogia visionaria; bandiere tricolori, su cui scrive il suo nome. Emerge già in queste opere una volontà di dialogo con il passato, che sarà alla base del suo lavoro successivo. Nel 1973 torna infatti alla pittura con opere che dialogano con i maestri del Quattrocento, con iconografie classiche riprese con sensibilità postmoderna. La sua ricerca si coniuga con una riflessione sulla
memoria biografica e personale, che si manifesta, nel 1975-76, con le prime opere dedicate alla Sicilia. Nei decenni successivi si esprime in una pittura concettuale con paesaggi classici disseminati di colonne, paesaggi innevati, primaverili, orientali, notturni, scenari urbani e altri soggetti, dipinti con forme nitidamente volumetriche, accese da un colore fiabesco.
Tecniche: fotografia, materiali vari, olio.